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Argentina del Nord
14 GIORNI 12 NOTTI
Salta ‘la bella’ – la Quebrada de Humahuaca e le montagne colorate a 4000 m – i salares di Antofalla e di Arizaro – il cono di Arita – la Laguna Grande – i torrioni di pomice sulla sabbia nera – il pueblo di Antofagasta de la Sierra – la “Quebrada” de las Conchas
N.B. Il viaggio suddetto è a titolo di puro esempio. Dà un’idea di prezzi, località, attrazioni ed esperienze tipici della destinazione, che possono essere inclusi in tutto o in parte nella programmazione dei vari Tour Operator. Potrebbe essere effettuato solo in alcuni periodi dell’anno, in funzione di stagionalità climatiche e situazione socio-politica della destinazione
1° giorno / Italia – Buenos Aires
Partenza dall’Italia con voli di linea per Buenos Aires. Pasti e notte a bordo.
2° giorno / Buenos Aires – Salta
Arrivo al mattino e proseguimento con il volo domestico per Salta (a volte, a seconda anche della compagnia aerea utilizzata, potrebbe rendersi necessario un trasferimento supplementare tra i due aeroporti di Buenos Aires). Accoglienza all’arrivo da parte dello staff locale e trasferimento privato in hotel. La cittadina, chiamata “Salta la linda” (cioè la bella), è situata a 1200 metri di altitudine sul versante orientale delle Ande, nel Nord Ovest argentino, una regione ricca di storia, colori e folklore.
Sistemazione in un grazioso boutique hotel, pranzo libero e in funzione dell’orario di arrivo del volo si effettua una prima visita del centro in stile coloniale della città, con la sua piazza centrale e le belle chiese, e dell’interessantissimo Museo MAAM, dove si possono ammirare i corpi perfettamente conservati dal gelo e dall’aria secca di tre bambini Inca, ritrovati nel 1999 da una equipe del National Geographic sulla vetta del vulcano Llullaillaco a 6.790 mt (in mancanza di tempo alcune visite possono slittare al mattino successivo). Alla sera rientro in hotel e pernottamento.
Pasti: colazione a bordo, pranzo libero e cena in hotel.
3° giorno / Salta – Quebrada de Humahuaca – Tilcara – Cerro de los Siete Colores – Purmamarca (300 km asfalto) (altezza max 2500 mt / all’arrivo 2.300 mt)
Visita della città qualora non fosse stata effettuata il pomeriggio precedente ovvero partenza in fuoristrada verso nord, attraversando dapprima una zona di fitta foresta, chiamata ‘Yungas de transiciòn’ e poi alcuni tipici pueblos, per entrare nella Quebrada de Humahuaca lungo la strada che costituiva l’antico “Camino Real” degli Inca, via di comunicazione tra Buenos Aires e Lima. La vegetazione è qui differente poiché siamo in una zona di transizione tra gli altipiani andini e le foreste, diventa subtropicale di alta quota e con un clima caldo-umido. Poi la strada inizia a salire fino a raggiungere i 2.500 metri di altezza. Si prosegue lungo questa quebrada (una valle molto stretta) per ammirare dei paesaggi veramente spettacolari di montagne colorate dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Le montagne e le valli circostanti si riempiono gradualmente dei grandi cactus cardones. Continuando a salire lungo la quebrada si può ammirare la “Paleta del Pintor”, altra formazione che ci meraviglia per le fantastiche colorazioni. Arrivo a Tilcara dove, sulla cima di una collina che domina la valle, si trovano i resti di una antica roccaforte degli indios Omahacas dell’epoca precoloniale. Ritorno verso sud e quindi si lascia la valle principale per raggiungere Purmamarca, un “pueblo” disteso alle falde dello scenico Cerro dei Sette Colori (luogo protetto dall’UNESCO). Sistemazione in hotel e pernottamento.
Pasti: colazione in hotel, pranzo in un ristorante e cena libera.
4° giorno / Purmamarca – Salinas Grandes – Susques – S.Antonio de Los Cobres (130 km asfalto, 150 km sterrato) (altezza max 4.200 mt / all’arrivo 3.750 mt)
Purmamarca è dominata dalla scenografica montagna i cui differenti colori sono dovuti a una stratificazione naturale con colori come verde, rosso, giallo e viola. Qui ci attende una breve e piacevolissima camminata. Una bella strada conduce a un passo a 4.200 metri tra montagne innevate e brulle; ecco subito sull’altro lato appare il bianco specchio di Salinas Grandes che si tinge di ogni colore con le differenti luci del giorno, creando effetti veramente spettacolari. Si raggiunge il centro di questo deserto di sale con le vetture, circondati da un paesaggio surreale, dove poter ammirare le vasche di acqua blu da cui si raccoglie il prezioso minerale.
Ancora poche decine di chilometri d’asfalto lungo la strada che conduce verso il Cile e raggiungiamo l’antica capitale della puna, Susques, dove si trova la più antica chiesa del nord e forse dell’attuale Argentina, costruita nel 1598. Visita alla semplice e fiera comunità di Susques. Si attraversano i campi colorati di oro dalla paja brava (il particolare tipo di erba che caratterizza gli altopiani andini), si costeggia il vulcano Tuzgle di 5500 m con le sue colate laviche e arrivo al Viaducto de la Polvorilla, costruito nel 1930 e alto 220 mt, l’ardito ponte della ferrovia che collega l’Argentina al Cile, attualmente non più utilizzata. Arrivo al borgo minerario di San Antonio de Los Cobres e sistemazione per la sera in una hosteria locale.
Pasti: colazione in hotel, pranzo in un ristorante, cena in hosteria.
5° giorno / San Antonio de Los Cobres – deserto del Labirinto – Tolar Grande (250 km sterrato) (altezza max 4.520 mt / all’arrivo 3.650 mt)
Cielo blu scuro, campi dorati, paesaggi che lasciano senza fiato. Entriamo nel cuore della puna (la regione dell’altopiano andino) più remota, misteriosa e affascinante.
Attraversiamo il villaggio di Santa Rosa de los Pastos Grandes, il lago salato multicolore di Pocitos e poi l’incredibile deserto del Labirinto caratterizzato da centinaia di “cupole” rocciose rosse che si attraversano con un percorso tortuoso e scenografico. Si raggiunge quindi il piccolo canyon della Garganta del Diablo.
I paesaggi cambiano in continuazione, siamo nel cuore dell’altopiano andino.
Entriamo nella zona di Tolar Grande, ricca di salares, montagne colorate, misteriose formazioni saline e alcuni dei vulcani più alti al mondo. Pernottamento presso l’Hosteria Casa Andina o, se non disponibile, al rifugio municipale.
Pasti: colazione in hosteria, pranzo a picnic, cena in hosteria o presso una famiglia.
Sia l’hosteria Casa Andina sia il Rifugio Afapuna sono di proprietà della Municipalità di Tolar Grande. L’hosteria, inaugurata nel 2012 per implementare la offerta di ospitalità in questa remota area della Puna Salteña, dispone di pochissime camere e interamente costruita in adobe e pietra vulcanica, seguendo fedelmente le tecniche tradizionali di costruzione delle comunità locali.
Il Rifugio, costruito anch’esso pochi anni fa’ grazie ai fondi dell’ex-ambasciatore di Francia, rappresenta una comoda, pulita e ben gestita opzione, unica alternativa disponibile rispetto alla recente hosteria e alle case private. Possiede due grandi camerate, con 9 letti a castello l’una, e due bagni, tutti separati per uomini e donne. I letti son dotati di lenzuola e coperte, con servizio di cambio lenzuola/asciugamani giornaliero. Il rifugio è riscaldato da 6 stufe a legna ed è disponibile acqua calda.
Colazione e cena sono preparate e servite presso una casa di famiglia selezionata dal nostro corrispondente locale. In caso non sia possibile pernottare presso le strutture della municipalità, si alloggerà in camere presso case locali. In ogni caso, qualunque sia la sistemazione per la notte, l’accoglienza è calda e originale!
6° giorno / i dintorni di Tolar Grande: La Casualidad – Mina Julia (120 km sterrato + 140 km asfalto) (altezza max 5.100 mt / all’arrivo 3.650 mt)
Giornata dedicata ai dintorni di Tolar Grande. L’escursione prevista necessita di una partenza di buonora per raggiungere la città fantasma de La Casualidad, attraversando da est a ovest il Salar di Arizaro con una visione a 360° sul terzo salar più grande al mondo, circondato da una serie di vulcani e montagne innevate che superano i 6.000 mt e segnano il confine con il Cile. Un tempo era il luogo più popolato della puna del Nord Argentina, dove sino al 1976 vivevano circa 2.500 persone, grazie all’attività estrattiva della Mina Casualidad e della Mina Julia. La strada venne asfaltata per ragioni militari e corre a mezza costa sui bordi del salar, con paesaggi grandiosi, colorati e sempre diversi.
Seguendo la vecchia pista ci avviciniamo a una catena di montagne ricche di zolfo, raggiungendo i 5.150 mt.. A bordo dei nostri 4×4, se il percorso è sgombro, lentamente cerchiamo di risalire sino alla cima lungo la vecchia pista. Lassù, tra le case dei minatori e la vecchia miniera, si apre uno spettacolo straordinario di colori psichedelici. Siamo a Mina Julia, un mondo a parte che lascia veramente senza fiato per la bellezza e la sua dura storia. A fine giornata rientro a Tolar Grande per la notte.
Pasti: colazione in hosteria, pranzo a picnic e cena in famiglia o in hosteria.
L’escursione alla Mina Julia è soggetta alle condizioni della strada. L’eventuale presenza di neve o altre condizioni meteorologiche avverse potrebbero infatti rendere impossibile il raggiungimento della meta. In questo caso il programma prevederà solamente l’arrivo a La Casualidad.
7° giorno / Cono di Arita – Salar di Arizaro – oasi di Antofallita – Salar di Antofalla (190 km sterrato) (altezza max 3.900 mt / all’arrivo 3.500 mt)
Attraversiamo lo scenografico Salar di Arizaro in tutta la sua lunghezza da Nord a Sud e tra effetti di miraggio, proprio nel mezzo della distesa salina, osserviamo un perfetto cono roccioso nero che si innalza: è il “Cono di Arita”, una montagna sacra che non può essere scalata.
Un altro passo montano tra i fantasmagorici paesaggi colorati di queste alture e si raggiunge il grande Salar di Antofalla. Lo seguiamo bordeggiando tra montagne colorate, formazioni di roccia e cristalli fino a raggiungere la piccolissima oasi di Antofallita, dove vive un solo nucleo familiare, con una vista incredibile sul salar.
Siamo proprio in mezzo alle Ande, si prosegue fino all’omonimo villaggio di Antofalla, un piccolo pueblo di case erette con mattoni di adobe (antica tecnica tradizionale con cui si impasta il fango o l’argilla, spesso con erba secca, fino a ottenere una mistura che una volta essiccata sarà in grado di resistere a intemperie ed escursioni termiche), abitato da circa 40-50 abitanti …un luogo veramente unico.
Alloggeremo presso le famiglie locali, pernottando in case private (da prevedere camere da 4-5 letti ciascuna e bagno in comune), per vivere assieme alla comunità locale una esperienza davvero speciale.
Pasti: colazione in hosteria, pranzo a picnic e cena in famiglia.
8° giorno / Antofalla – Quebrada Calalaste – Antofagasta de la Sierra – El Penon (190 km sterrato) (altezza max 4.100 mt / all’arrivo 3.400 mt)
Antofalla era un tempo una delle stazioni di sosta per le carovane di lama che effettuavano la rotta tra questa parte delle Ande e l’oasi di Atacama. Si lascia questa piccola comunità di pastori e si continua lungo il salar raggiungendo una serie di curiose pozze di acqua colorata: una blu, una nera e una color rosso vivo, veramente inaspettate. Non lontano il salar presenta una serie di formazioni saline multicolori davvero spettacolari (in funzione della presenza di acqua o meno, queste formazioni colorate potrebbero essere coperte).
Si attraversa il bacino e ci si addentra tra montagne, vallate e coni vulcanici con un percorso selvaggio, magnifico e sempre diverso a ogni curva. Passando dalla Quebrada di Calalaste, uno dei posti migliori dove avvistare dei camelidi allo stato selvatico, si raggiunge quindi la pianura di Antofagasta. La zona è tra le più ricche in assoluto di branchi di vigogne e di lama. Arrivo ad Antofagasta de la Sierra, la più grande oasi lungo la via carovaniera per San Pedro de Atacama, e visita del piccolo e originale peublo, dove si trova anche un semplice museo. Il dipartimento di Antofagasta de la Sierra è una regione veramente poco abitata: estesa quasi quanto la Lombardia è abitata da circa 1.800 abitanti di cui 800 nel “capoluogo”. Il paesaggio circostante, desertico in quanto delimitato dalle catene andine orientali e occidentali, è ricco di ambienti mozzafiato: piccoli coni vulcanici, nerissime colate di lava, laghi salati, lagune e rocce isolate.
Si dedicherà un po’ di tempo per salire sul piccolo e perfetto cono del vulcano Antofagasta, a pochi km dal pueblo. Con una camminata di meno di un’ora saremo in vetta per godere di fantastiche vedute sul paesaggio circostante. Tra le rocce nere originate da remote colate si scorgeranno i resti di un antico insediamento incaico. Si prosegue poi sull’altopiano fino a El Penon, base per le escursioni del giorno seguente. Pernottamento nell’ottima hosteria locale.
Pasti: colazione in famiglia, pranzo in casa privata e cena in hosteria.
9° giorno / dintorni di El Penon: Campo de Piedra Pomez – Carachi Pampa (110 km sterrato) (altezza max 4.100 mt / all’arrivo 3.400 mt)
Giornata dedicata all’escursione in un luogo assolutamente inaspettato, il Campo de Piedra Pomez, una vera e propria meraviglia naturale: un’immensa area di pietra pomice di oltre 80 chilometri quadrati, solidificata in curiose formazioni rocciose alte sino a 10 metri, circondate da sabbia grigia e nera di origine vulcanica, erose dai venti in forme di funghi, torrioni e panettoni.
Le valli nascoste tra le montagne circostanti sono occupate da enormi dune di sabbia bianca che creano un ambiente lunare e in forte contrasto con le colate laviche e i coni vulcanici. Seguendo tracce appena evidenti raggiungiamo le formazioni di pietra pomice e avremo tempo per perderci in camminate e scoprire questo ambiente magico e fantasmagorico. L’architettura bizzarra, il cielo cobalto, i contrasti di colori e la solitudine del luogo, rendono indimenticabile questa visita.
Si prosegue in un bellissimo paesaggio desertico in cui non son rari gli incontri casuali con branchi di vigogne. Se c’è ancora tempo disponibile, valutato da guida e capo autista, si prosegue lungo la pista fino alle pendici del vulcano Carachi Pampa. Nel pomeriggio si ritorna a El Penon, cena e pernottamento in hosteria.
Pasti: colazione in hosteria, pranzo a picnic e cena in hosteria.
10° giorno / Laguna Grande – Vulcano Galan – Laguna Diamante – El Penon (150 km sterrato) (altezza max 4.000 mt / all’arrivo in hosteria 3.400 mt)
Prima colazione e intera giornata dedicata a escursioni nei dintorni dell’oasi di El Penon. In un bellissimo paesaggio desertico, in cui non son rari gli incontri casuali con branchi di vigogne, la pista risale un’ampia vallata che porta alla bella Laguna Grande, uno specchio d’acqua che – a seconda della sua abbondanza e del tasso di concentrazione dei sali – riflette le maestose vette circostanti e ospita colonie di migliaia di fenicotteri rosa delle tre specie andine.
Si prosegue in una delle zone meno antropizzate della Puna, affascinanti e desolati paesaggi, dove svettano torrioni di lava solidificata. Salendo continuamente, a circa 4.800 mt, si arriva al bordo del cratere del vulcano Galan. La caldera, antichissima e molto grande (circa 40 km di diametro) è stata scoperta qualche decina di anni fa solo grazie alle foto satellitari, proprio perché essendo così ampia, da poco la percezione di essere su un vulcano. Solo una ventina di anni fa alcuni prospettori minerari hanno trovato il passaggio per raggiungere il vulcano con gli automezzi. Ancora oggi questo luogo è raggiunto da poche decine di persone ogni anno.
Le tracce scendono all’interno e attraversando la pianura che occupa la parte centrale del cratere si raggiunge la Laguna Diamante, situata a circa 4.600 mt, che deve la sua colorazione color smeraldo o turchese, a seconda della luce, alla presenza di arsenico nelle sue acque. Non lontano un campo geotermico con fuoriuscita di acqua bollente.
Nel pomeriggio si rientra a El Penon ripercorrendo la strada tra valli, lagune e
vulcani, con una prospettiva diversa e una vista sempre incantevole. Pernottamento.
Pasti: colazione in hosteria, pranzo a picnic e cena in hosteria.
11° giorno / El Penon – Hualfin – S. Maria – resti incaici di Quilmes – Cafayate (60 km sterrato, 270 km di asfalto) (altezza max 4.100 mt / all’arrivo 1.700 mt)
Si lascia l’ambiente della Puna. Dopo un ultimo passo a oltre 4.000 mt inizia la discesa dall’altopiano, percorrendo la valle Calchaqui. Superando i campi amarillos di Paja Brava improvvisamente appare, in una stretta valle tra alte montagne rocciose, una immensa duna di sabbia bianca. E’ un paesaggio davvero spettacolare, entrando ora nella valle di Hualfin abitata dalla amena comunità raccolta nel piccolo pueblo.
Seguendo poi la mitica Ruta 40 (la strada che costeggia le Ande dal confine con la Bolivia fino alla Terra del Fuoco, per oltre 4.000 km) ci dirigiamo verso nord. Il paesaggio cambia, man mano che si procede e si scende di quota l’ambiente desertico cede spazio ai primi ambienti verdeggianti. Sosta nelle campagne del distretto di Santa Maria. Continuando si visitano le rovine preincaiche di Quilmes, le meglio conservate di tutta l’Argentina e con una storia drammatica alle spalle.
Fino a qui si spingeva il tratto di cammino Inca più meridionale dell’Impero. Entrati nella Provincia di Salta raggiungiamo i verdi vigneti di Cafayate, terra di vino e folklore a quasi 1.700 mt. Cafayate è una piacevolissima cittadina, d’impronta oramai turistica, che si sviluppa intorno alla piazza principale, con negozi aperti fino a sera inoltrata, caffè con tavolini all’aperto e numerosi ristoranti dove si possono assaggiare le rinomate specialità locali. Sistemazione in un resort nei pressi della cittadina.
Pasti: colazione in hosteria, pranzo a picnic o ristorante, cena libera.
12° giorno / Cafayate – Quebrada de las Conchas – Salta (180 km asfalto) (altezza max 2.000 mt / all’arrivo 1.200 mt)
Giornata conclusiva dello strabiliante percorso nella regione del Nord-Ovest dell’Argentina e ultime emozioni del viaggio. Lungo il tragitto dedicheremo del tempo all’esplorazione di una meraviglia naturale di questa regione.
Si entra nella Quebrada de las Conchas, un vero e proprio canyon di oltre 50 km ritagliato dall’erosione delle acque, in una zona ricchissima di giacimenti rocciosi di argilla, ferro, calce e ceneri. Giacimenti sedimentari rossi risalenti in certi casi a 450 milioni di anni fa, riportati alla luce dalla spinta tettonica che ha prodotto la catena andina, sono stati erosi e modellati dagli agenti atmosferici nel corso delle ere geologiche dando luogo a delle formazioni spettacolari, uniche e così dissimili tra loro, che a ogni curva verrebbe continuamente voglia di fermarsi per fotografarle.
Arrivo a Salta nel primissimo pomeriggio e tempo a disposizione per un’ultima piacevole passeggiata nel centro cittadino o per degli acquisti. Pernottamento in hotel.
Pasti: colazione in resort, pranzo libero e cena libera.
13° giorno / Salta – Buenos Aires – partenza
Al mattino tempo libero fino al trasferimento in aeroporto in tempo per il volo su Buenos Aires, dove proseguire con il volo di rientro per l’Italia (talvolta si rende necessario un trasferimento tra i due aeroporti della capitale). Pernottamento a bordo.
Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi o a bordo.
14° giorno / arrivo in Italia
Arrivo in Italia in mattinata.
La quota comprende:
i servizi a terra da Salta a Salta, tutti i pernottamenti nella tipologie di strutture descritte o di pari categoria, i trasporti con automezzi fuoristrada, tutti i pasti così come specificato sul programma, autista/guida o guida locale in spagnolo/italiano, le escursioni e le entrate nei luoghi d’interesse come specificato, assicurazione come specificato, dossier culturale / informativo sul paese.
La quota non comprende:
i voli intercontinentali e domestici A/R dall’Italia per Salta, i pasti espressamente non inclusi dal programma, acqua e bevande, eventuali tassa di soggiorno alberghiere, eventuali tasse locali sui voli domestici e in uscita dal paese da pagarsi localmente, le mance, le spese personali e gli extra, la polizza integrativa per l’aumento dei massimali di rimborso spese mediche (facoltativa), tutto quanto non espressamente specificato.